Ospedale pediatrico di Kimbondo

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PROGETTO
OSPEDALE PEDIATRICO KIMBONDO

(Kinshasa - Repubblica Democratica del Congo)
PREMESSA
La Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire) è uno dei più estesi e popolosi fra gli stati africani: è grande sette volte l’Italia ed è abitato da circa 56 milioni di persone. Secondo le stime delle organizzazioni umanitarie in Congo vivono settantamila minori senza tetto e nella sola capitale, Kinshasa (popolata da circa 9 milioni di abitanti, metà dei quali hanno meno di venti anni), i bambini abbandonati che popolano le strade della città sono oltre trentamila, la maggior parte dei quali sono orfani.
Agli orfani di guerra, ai bambini ex soldato o a quelli abbandonati che vivono nelle strade della capitale, ogni giorno, se ne aggiungono altri che vengono abbandonati perché le famiglie non sono in grado di sfamarli.
Magari gli stessi bambini sono anche disabili o affetti da AIDS, da tubercolosi o da malaria. Ci sono poi cause di natura strettamente sociale, come alcune credenze o superstizioni, che hanno nei soggetti deboli come i bambini le vittime per eccellenza; in Congo, infatti, tanti bambini sono cacciati di casa perchè accusati di stregoneria: gli “enfants sorciers” cioè i “bambini stregoni” (Ndoki), bambini di età compresa tra i 5 e i 10 anni che, ritenuti responsabili delle disgrazie familiari, vengono seviziati, mutilati, cacciati dalla famiglia e allontanati dalla comunità.
Oggi i bambini costituiscono unità di arruolamento nelle forze e nelle milizie armate e purtroppo rimangono protagonisti di sfruttamento e abuso sessuale, oltre a rientrare fra le numerose vittime di quelle che sono le malattie trasmesse sessualmente come l’HIV, tanto da diventare il fattore nuovo e più devastante dei rischi per l’infanzia e le circostante caotiche e brutali della guerra aggravano la pandemia di questa e di altre malattie.

OSPEDALE PEDIATRICO KIMBONDO
L’ospedale pediatrico di Kimbondo, l’unico ospedale pediatrico gratuito di tutta Kinshasa, assiste, cura e accoglie, ogni giorno, bambini da 0 a 15 anni (ad oggi sono oltre 450 bambini) orfani, senza dimora, disabili o affetti da malattie infettive, per garantire loro i diritti fondamentali, come il diritto alla salute, all’istruzione e al gioco.

Il quartiere di Kimbondo è situato alla periferia di Kinshasa, a circa 30 km dalla capitale, in direzione del porto fluviale di Matadi sul fiume Congo e conta circa 15.000 abitanti che sopravvivono di agricoltura di sussistenza. L’ospedale è gestito dalla sua fondatrice, la Dottoressa Laura Perna, missionaria laica italiana e dal suo cofondatore Padre Hugo Rios, medico missionario clarettiano cileno: un prete cattolico che ha rifiutato perfino di diventare vescovo per continuare a curare i bambini.
Laura Perna, 87 anni, è chiamata dai suoi bambini “Mama Coco”, che in lingua lingala significa “nonna”. Si è laurea nel 1942 in lettere antiche, ma presto dimostra il suo forte desiderio di aiutare gli altri e, in un momento in cui le donne dovevano essere mogli e madri, decide di dedicarsi alla ricerca scientifica. Si iscrive alla facoltà di medicina all'Università di Roma che, nel 1951, quando Laura consegue la seconda laurea, su 700 allievi conta appena 40 donne. Oggi racconta "Sarei partita subito per l'Africa, invece ho aspettato più di trent'anni". Inizia la sua attività in ospedale e diviene direttore dell'Istituto di clinica della tubercolosi e malattie dell'apparto respiratorio presso l'Università di Siena, incarico che mantiene fino al 1986. A 65 anni va in pensione e, libera da legami affettivi, decide di dare una svolta alla sua vita. Parte per l'Uganda, dove per un mese lavora a Gulu all'ospedale del Dottor Corti. Quando scoppia la guerra civile, è arrivata da sole quattro settimane e il suo nuovo progetto di vita ha appena cominciato a prendere forma. Si adopera per creare un dispensario davvero gratuito e si rivolge all'Associazione degli amici di Raul Follerau che, nel 1991, le assegna un contributo di 60 milioni di lire. Mentre il paese è in rivolta e imperversano i ladrocini dei militari, si trasferisce in Congo dove dà vita a un ospedale e a un centro nutrizionale per i bambini dei 23 villaggi che circondano la città di Kinshasa. Nella struttura pediatrica trova l'aiuto di Padre Hugo Rios e ancora oggi è sempre Mama Coco che provvede, con lo stesso spirito di 24 anni fa, al reperimento dei fondi necessari al sostegno della struttura.
Recentemente Laura Perna ha vinto la sesta edizione del Premio Alta Qualità 2006 (un riconoscimento rivolto alle "persone di valore": donne e uomini di tutto il mondo che lavorano, vivono e agiscono nel loro campo di attività per una qualità più alta), a cui è stata candidata “per la determinazione e la forza del suo progetto, coltivato per anni e realizzato in un solo giorno: quello in cui ha cambiato radicalmente la sua vita, in favore degli altri”.
“Il Premio – ha dichiarato – sarà impiegato per l’acquisto di un terreno ubicato accanto al nostro ospedale pediatrico di Kinshasa, dove intendiamo costruire una scuola materna e una professionale”. Il centro pediatrico si è così piano piano sempre più ingrandito: un reparto per malati di tubercolosi, stanze per la chirurgia, per la radiologia, case per ospitare i bambini senza famiglia e nuovi macchinari, ma anche nuove strutture per la pescicoltura e per l’allevamento di maiali, polli, tacchini, conigli con l’intento di produrre alimenti di alto valore nutrizionale per le necessità dell’ospedale e per generare anche un processo educativo di autogestione delle risorse.

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